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Akita: il tesoro nazionale del Giappone

Akita: il tesoro nazionale del Giappone
Photo by uadrienn – Pixabay
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Simbolo di lealtà e buon auspicio, l’Akita conquista con dignità, forza e calma interiore. Un compagno nobile, nato tra montagne innevate e storie leggendarie.

Akita: il tesoro nazionale del Giappone
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Razza antichissima della famiglia degli Spitz, l’Akita — detto anche Akita Inu — affonda le radici nella regione di Akita, in Giappone. Venerato come emblema di salute, prosperità e fortuna, è legato alla commovente storia di Hachiko, a cui il Paese ha dedicato un monumento. In Giappone, un piccolo Akita di stoffa si regala alla nascita di un bambino o in momenti di malattia come augurio benevolo. Oggi è un cane da compagnia affidabile e potente, ma il suo carattere riservato chiede rispetto, guida sicura e coerenza.

Caratteristiche principali e aspetto fisico

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L’Akita è grande e solido, con corpo muscoloso e ben proporzionato. La testa è ampia ma armonica, il muso forte e leggermente allungato; il morso è a forbice e il tartufo, in genere nero, può presentare lievi schiariture nei soggetti bianchi. Le orecchie, piccole e spesse, sono portate erette e inclinate in avanti; gli occhi, scuri e di taglio triangolare, trasmettono calma vigile. Il collo è potente, privo di giogaia, il petto profondo. La coda — folta e arrotolata su sé stessa — si posa alta sul dorso, dettaglio tipico del tipo Spitz.
Il mantello è doppio: pelo esterno duro e liscio che protegge un sottopelo morbido e fitto; sulla coda è più lungo. I colori ammessi per l’Akita giapponese includono bianco, dorato, sesamo e tigrato. L’altezza varia di norma tra 61 e 67 cm, con peso che può aggirarsi attorno ai 50 kg, a seconda di sesso e struttura.

Habitat, alimentazione e comportamento

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Nato come cane da montagna e delle campagne della regione di Akita, discende dagli Akita matagi, impiegati un tempo nella caccia all’orso e in lavori impegnativi. Questa origine spiega la sua resistenza al freddo, la notevole forza fisica e la necessità quotidiana di movimento: due uscite al giorno, attività di corsa o giochi strutturati mantengono equilibrio e benessere. In casa può adattarsi anche alla vita in appartamento, purché il fabbisogno di esercizio e stimolazione mentale venga rispettato.
Sul piano alimentare non richiede regimi particolari oltre a una dieta bilanciata, commisurata alla taglia e al livello di attività; un manto spento può segnalare carenze nutrizionali. Nel comportamento è riservato, paziente e leale con la famiglia, protettivo con i bambini del proprio nucleo. Con estranei resta distaccato ma non reattivo senza motivo. Con altri cani può mostrarsi dominante: socializzazione precoce, educazione coerente e rinforzo positivo sono fondamentali per una convivenza serena.

Curiosità, importanza ecologica o culturale

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L’Akita è considerato in Giappone un vero “tesoro nazionale”. La leggenda moderna di Hachiko — esempio di fedeltà assoluta — ha scolpito nell’immaginario collettivo l’immagine di questo cane come simbolo di devozione. Il gesto di donare un pupazzetto di Akita alla nascita di un bambino o a chi affronta una malattia racconta il legame culturale profondo tra razza e popolo giapponese.
La storia di selezione è segnata da svolte: dagli Akita matagi di taglia media, alla fase dei combattimenti nel XVII secolo con incroci che ne aumentarono mole e resistenza, fino alla ricostruzione novecentesca del tipo giapponese. In parallelo, alcune linee sviluppate all’estero hanno contribuito a definire l’Akita americano, mentre l’Akita Inu attuale conserva l’impronta Spitz, insieme a fierezza, autocontrollo e una dignità che non passa inosservata. Non è forse questo mix di forza e misura a renderlo così affascinante?