L’Unione Europea ha compiuto un passo significativo verso un’economia più circolare, con la revisione delle norme sui veicoli giunti al termine del loro ciclo di vita. Ogni anno, infatti, vengono gestiti oltre 6 milioni di veicoli fuori uso solo all’interno dell’UE. La recente approvazione di un regolamento mira a intensificare il riciclo nei settori automobilistici, ma non mancano le critiche sulle sue potenzialità.
L’UE accelera verso un’auto economia circolare Ogni anno, la quantità significativa di risorse primarie come acciaio, alluminio e materie plastiche viene utilizzata dall’industria automobilistica, risultando in un impatto ambientale consistente. Fino a oggi, solo circa l’85% dei materiali dei veicoli fuori uso è stato recuperato. L’Unione Europea, riconoscendo le lacune del sistema attuale, ha deciso di rivedere le direttive esistenti. L’ambizioso obiettivo è di ottimizzare il riutilizzo e il riciclaggio, minimizzando le esportazioni di veicoli inquinanti verso paesi extra-europei. A questo proposito, Magnus Heunicke, Ministro dell’Ambiente della Danimarca, ha dichiarato: "Abbiamo costruito un nuovo quadro normativo che chiude le lacune esistenti, mantenendo i materiali di valore all’interno dell’UE". Tuttavia, benché entusiastico, l’accordo necessita ancora dell’approvazione del Parlamento e del Consiglio per entrare in vigore effettivamente.
I pilastri del nuovo regolamento Il cuore del nuovo regolamento prevede l’estensione delle categorie di veicoli soggette a normative, includendo i mezzi pesanti e speciali. Inoltre, mira a introdurre obiettivi progressivi per l’inclusione di materiali riciclati, in particolare le plastiche, nei nuovi veicoli. Il piano è di raggiungere una quota del 25% di plastiche riciclate entro il decimo anno di applicazione. Questo, con l’intento di stimolare un ciclo chiuso di riutilizzo, significa riutilizzare materiali provenienti proprio dai vecchi veicoli. Ulteriori obiettivi potrebbero emergere in futuro, coprendo anche acciaio, alluminio e altre materie prime essenziali, affermando l’intento dell’UE di rafforzare l’economia circolare all’interno del settore automobilistico.
Pericoli e sfide nell’implementazione del nuovo accordo Nonostante le intenzioni migliorative del regolamento, l’Ufficio europeo dell’ambiente (EEB) ha espresso preoccupazioni riguardo l’efficacia complessiva del testo. Tra le critiche, si sottolinea come il regolamento non incentivi adeguatamente strategie come la durabilità e la riparabilità dei veicoli, preferendo il riciclaggio. L’EEB ha inoltre evidenziato come la pressione dell’industria automobilistica possa aver influito nel attenuare alcuni dei requisiti obbligatori. Si teme che l’effettiva responsabilità dei produttori si limiti e che non sia stata affrontata in modo sufficiente la questione dei veicoli esportati fuori dall’UE. Come ha affermato Fynn Hauschke dell’EEB, "l’accordo potrebbe essere un esempio di arretramento politico a causa delle pressioni industriali". Queste osservazioni suggeriscono che, nonostante il cammino intrapreso, vi siano ancora aree che necessitano di ulteriori miglioramenti per realizzare una vera svolta nella sostenibilità del settore automobilistico.
Fonte: www.rinnovabili.it

